Nessuna soluzione diplomatica all’orizzonte, con il conflitto tra Russia e Ucraina che spinge l’Europa verso la sua ora più buia. Confindustria chiede al governo di fare di più.
È una coperta che si rivela sempre troppo corta quella con cui il governo – ormai da settimane – cerca di coprire i buchi e le difficoltà generate dalla crisi internazionale. E giorno dopo giorno – con una soluzione diplomatica ancora lontana – trovare una via d’uscita è sempre più difficile.
La prossima settimana verrà varato l’ennesimo decreto di sostegno a famiglie e imprese. Altri 6 miliardi per prorogare – almeno sino al 3 giugno – le misure messe in campo solo qualche settimana fa. Dalla riduzione delle accise per calmierare il prezzo del carburante, ai vari bonus sulle bollette per famiglie e imprese.
Un modo per prendere tempo e capire se davvero si andrà verso un embargo totale del gas russo, come vuole l’America, ma che preoccupa molti Paesi europei. Nessuno lo dice apertamente, ma la pressione Usa inizia a creare qualche perplessità. In primis perché l’ambizione di sostituire Putin – ormai apertamente dichiarata da Washington – non si sa se davvero si realizzerà e che tempi richiederà. In seconda battuta perché a pagare un prezzo altissimo sono proprio le economie del Vecchio Continente.
Non è un caso che il ministro Franco abbia detto in chiaro che, con l’embargo totale, l’Italia entrerà dritta in una delle recessioni più dure della sua storia. Trovare un modo per assecondare le due istanze è davvero difficile. E al momento, nello scenario di crisi internazionale, non esistono risposte, tanto in Italia quanto in Europa.
Di sicuro – come abbiamo già scritto più volte – anche se l’embargo totale non si concretizzerà, un piano di razionamento sui consumi il prossimo inverno sarà inevitabile. L’unico dato non noto è quanto impattante questo sarà su imprese e famiglie… CONTINUA A LEGGERE