Draghi respira l’odore acro della politica: scoppia l’”affaire Grillo”. L’avvicinarsi delle elezioni scuote la maggioranza. Cinque Stelle e Lega pronti allo strappo. Lo stop di Mattarella, ma il Governo traballa.
“Ero stanco, e mi sono seduto”. È nell’imbarazzo con cui prova a spiegare quella foto, che ha fatto il giro del mondo, che Draghi probabilmente alza il velo sul suo reale stato d’animo: stanco, sfiancato, a tal punto da voltare le spalle ai leader mondiali. Senza neppure più la forza di fare buon viso a cattiva sorte.
Vale la pena fare un salto indietro. Mercoledì sera, Madrid, Museo del Prado, serata di gala in onore dei capi di Stato e di Governo della Nato. Ci sono tutti, da Biden a Macron, da Scholz a Erdogan. C’è anche Draghi, reduce da una giornata infinita e alle prese con il suo primo “affaire politico”: Grillo racconta che con il premier si sente spesso e che Draghi gli avrebbe chiesto più volte di rimuovere Conte, perché incompetente.
La cosa finisce sui giornali mentre si apre il più importante vertice degli ultimi vent’anni. Quello – per intenderci – che allarga l’Alleanza atlantica al Baltico, che aumenta la presenza militare americana in Europa e anche in Italia, quello in cui si decide come fronteggiare Putin. Ed è al termine di quella giornata per lui “incomprensibile”, mentre tutti ammirano le opere del più importante museo di Spagna, che Draghi si apparta. Si siede solo e sconsolato su una panca, mentre dietro i leader del mondo parlano tra di loro. Alza il telefono, fa una raffica di chiamate al termine delle quali torna in Italia, decidendo di abbandonare il summit un giorno prima della sua conclusione.
È evidente che sente il peso della situazione. L’ombra di una crisi che per la prima volta mette in discussione non solo il Governo ma anche la sua reputazione, la cosa a cui tiene di più… CONTINUA A LEGGERE